lunedì 22 settembre 2008

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L'evoluzione parallela della relazione: gli eventi, gli accadimenti veri, in una parola la vera azione si attua già e prima al livello del noumenico e non, come invece si è più portati naturalmente a credere, al livelo del fenomenico dove invece si dispiega manifestandosi quanto è già accaduto al livello del pensiero puro.

2 milioni di anni fa: quest'ultimo capitolo della storia dell'evoluzione della relazione cioè tutto, ebbe inizio in Africa nella regione intorno al Lago Vittoria nell'odierno Kenia. Dalla conquista della stazione eretta nasce la mano umana che forgiando il primo strumento di lavoro quale primo simbolo si costituisce come efficace gradiente della libido dando così inizio alla storia del lavoro il quale coincide con l'avvio di quel processo di socializzazione finalizzato a riunificare i frammenti dispersi dell'universo esploso con l'evento Big-Bang di 15 miliardi di anni fa.

100 mila anni fa : la funzione simbolizzatrice che si manifesta come capacità di astrazione, già in grado di elevarsi al di sopra del concretismo naturale giunge a maturazione come attestano le nuove pratiche di sepoltura dei defunti in Sud-Africa. Questo è il riflesso più eclatante del compimento della trasformazione dell'hardware biologico umano stabilizzatosi infine proprio in quest'epoca e in Sud-Africa in quello dell'attuale specie umana. A partire da questo momento l'evoluzione abbandona definitivamente la materia biologica e prosegue solo a livello culturale. La fase finale di questa maturazione aveva fatto perno sulla comunicazione che si dava tutta primariamente solo nella gestualità accompagnata solo secondariamente come un semplice accessorio della gestualità, da una vocalità primitiva che si estrinsecava in strilla, urla, gnugniti. Questa comunque fu la radice, la base di partenza per il perfezionamento dell'apparato fonologico umano preposto all'articolazione del pensiero nel linguaggio umano e nel canto che retrocesse la gestualità ad accessorio della parola come adesso il pensiero relega sempre più in secondo piano il comportamento.

E infine intorno ai 3500 anni av.C. presso la civiltà dei Sumeri nasce la scrittura che fissando la memoria collettiva accelera il processo evolutivo.

Giungiamo così all'ultima consapevolezza che proviene dal patrimonio della lunga tradizione della civiltà monoteista ebraica.


IN PRINCIPIO ERA GIOVANNI: LA RELAZIONE PRIMA DI TUTTO


"In principio era il Verbo" il Logos, il Pensiero.


(tratto dal "Prologo" al "Vangelo secondo Giovanni")


johannesevangelium


Il "Prologo" del Vangelo di Giovanni o "Inno al Logos" nel Papiro 66 risalente al 200 d.C.


"In principio era il Logos", dice il prologo del Quarto Vangelo. Il che significa: in principio era la relazione. Il significato principale di Logos è relazione. La traduzione corrente con parola o verbo è secondaria, e comunque, anche traducendo Logos con parola, il significato di fondo non muta perchè la parola è funzionale alla relazione, suppone la relazione, nasce come espressione della relazione: se uno parla è perchè deve dire qualcosa a qualcuno. La parola procede dalla relazione, la quale è il vero principium, la vera arche di questo nostro mondo. La consueta traduzione di Giovanni 1,1 con "in principio era il Verbo" non dice nulla alla coscienza se non evocare qualcosa di misterioso. La traduzione più appropriata, sia per ragioni linguistiche sia per ragioni teologiche, è "in principio era la relazione", intendendo che l'ontologia che spetta alla seconda persona della Trinità è esattamente la relazione sussistente col Padre, con la sorgente della divinità, o che è lo stesso, dell'essere quale energia. [...] Proprio perchè l'essere è relazione, è così importante l'amore."


(Brano tratto da "L'anima e il suo destino", 2007, di Vito Mancuso)



"In principio era il Logos

e il Logos che era in principio era presso Dio

e Dio era il Logos

questi, il Logos, in principio era presso Dio.

Tutto ciò che è venuto ad essere

è venuto ad essere per mezzo del Logos che era in principio

e senza il logos che era in principio

nulla sarebbe venuto ad essere

di ciò che è venuto ad essere.

Nel Logos che era in principio era la vita

e questa vita era la vera luce degli uomini

e questa luce splende ancora nelle tenebre

poichè le tenebre non sono mai riuscite ad offuscarla

in maniera definitiva."

(tratto dall'Inno al Logos che era in principio o "Prologo al Vangelo secondo Giovanni" di Giovanni il Teologo)


Da allora quest'ultima consapevolezza che noi chiamiamo "Soggetto riflessivo super-individuale II" emersa alla coscienza di pochi esemplari della specie si è fatta via via strada in nuovi esemplari che con questi nel corso dei tempi storici sono entrati in relazione.

"En archè en o logos"

Così dunque scrisse duemila anni fa Giovanni soprannominato "il teologo" per antonomasia.

Si arriva così dopo i tanti sconosciuti giovannei ai più conosciuti Meister Eckhart ed Hegel. E così più recentemente gli hanno fatto eco, amplificandone la sua voce, i teorici del "principio dialogico" e dell'"intersoggettività":

"In principio è la Relazione" (Martin Buber)

"In principio è l'intersoggettività" (Silvia Montefoschi)



Silvia Montefoschi

Silvia Montefoschi psicoanalista di formazione junghiana tra i principali protagonisti della storia della psicoanalisi in Italia è il massimo esponente a livello mondiale del "Pensiero Uno" corrente filosofica contemporanea.

Nata a Roma nel 1926, dopo la laurea in medicina e in biologia inizia un percorso di formazione come psicoanalista con il dottor Ernst Bernhard (Berlino 1896 - Roma 1965), medico psicoanalista a sua volta allievo sia del dottor Sigmund Freud e poi del dottor Carl Gustav Jung. Percorso che la porterà ad essere tra i fondatori dell'AIPA (Associazione italiana Psicologia Analitica) lavorando sin dagli esordi per una unitaria ricomposizione dialettica delle principali correnti della psicologia del profondo: freudiana, adleriana, junghiana.

A partire da "L'uno e l'altro. Interdipenza e intersoggettività nella relazione psicoanalitica" del 1977 fino a "L'ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno. Escursione nella filosofia del XX secolo" del 2006, i suoi scritti vertono principalmente sull'esplicitazione dei fondamenti epistemologici della prassi psicoanalitica evidenziando in maniera quanto mai radicale il significato storico evolutivo dell'impresa psicoanalitica che si fonda proprio sulla scoperta della legge del tabù dell'incesto quale legge universale e sul significato che questa scoperta ha rappresentato per un'accelerazione del processo evolutivo nella direzione della nascita di una nuova umanità quale "avvento del regno specificamente umano".

L'aver visto la dinamica del tabù dell'incesto nella sua doppia formulazione come violabile e inviolabile ad un tempo costituisce il vero nucleo e la novità del pensiero psicoanalitico. Questo evento che poi è la psicoanalisi stessa viene letto da Silvia Montefoschi come dinamica conoscitiva e considerata come teoria della conoscenza e dell'evoluzione, in questo dimostrandosi fedele al dato di fatto che la dinamica del tabù dell'incesto è sempre stata quella teoria della conoscenza che la psicoanalisi, sin dal suo primo nascere con Freud, porta con sè.


Questi che seguono sono i principali documenti al momento reperibili in rete relativi al suo pensiero psicoanalitico e filosofico:


"Solo quando la percezione dell'unione delle presenze pensanti uscirà dal chiuso di una esperienza personale, anche se fatta nella dualità della coppia dialogante, e si darà non più frammentata nei tanti incontri duali tra loro separati dallo spazio e dal tempo, si realizzerà un punto di vista ancora superiore dal quale si vede che l'essere tutto non è se non relazione.

Punto di vista questo che si dà ponendoci noi stessi oltre l'universo e che si realizzerà quando arriveremo a riconoscere la nostra identità solamente nella nostra presenza pensante; e ciò faremo superando la coazione a ripetere della percezione sensoriale, che ci costringe ancora nel limite della forma corporea materiale, forma questa che ci mantiene inevitabilmente separati, nel reciproco vederci ognuno oggetto della visione dell'altro come illusoriamente ci attesta il senso della vista.

E ciò che ci farà raggiungere questo estremo punto di vista del pensiero è ancora il lavoro che dobbiamo fare nel contenere la coazione a ripetersi della logica formale, e quindi nel continuare a esercitare la forza di volontà e vietarci, grazie alla costante vigilanza della presenza riflessiva, di aderire alla immediatezza verbale, che riconferma l'immediatezza del pensare giudicante, fondato radicalmente su la separazione dei contrari (come il vero e il falso, il bene e il male), in quanto già di per sè separa colui che giudica da quanto viene giudicato.

E solo nel perseverare in questo faticoso esercizio del mantenere costantemente vigile la presenza riflessiva, noi vediamo anzitutto il nostro ricadere nella logica della separazione e quindi il suo non essere più coerente con la visione unitaria, che sappiamo viceversa essere l'unica veritiera, solo così facendo noi operiamo ai fini che avvenga lo svelamento, nella percezione della nostra stessa realtà vivente, della logica dell'uno tutt'uno con l'uno che non può dire di sè se non è cio che è.

(Brano tratto da pag.61 di "L'avvento del regno specificamente umano" di Silvia Montefoschi, 2004)


Opere Complete e Antologie



I testi






Le letture interpretative





Altri documenti presenti in rete in cui vengono citati i lavori psicoanalitici-filosofici di Silvia Montefoschi:



Schema grafico dei vari livelli di riflessione sempre più elevati raggiunti dal Soggetto Unico nel corso dell'evoluzione del Pensiero Uno.


Bibliografia completa degli scritti

  • ”E fu una pioggia di stelle sul mio viso” [Poesie] (1952)
  • “Il problema dei contrari nella psicologia di Jung” (1962)
  • “La concezione di Jung sulla schizofrenia” (1963)
  • “Contributo al problema dell’identificazione con la madre” (1963)
  • “Questioni di psicologia femminile” (1964)
  • “Un tentativo di integrazione metodologica dei principali indirizzi della psicologia del profondo” (1964)
  • “Il simbolo dell’aldilà nella psicologia junghiana” (1968)
  • “La dialettica dell’sistenza nella mitologia greca” (1968)
  • “Al di là del principio di autorità. La concezione antropologica di C.G.Jung” (1968)
  • “Psicoterapia della famiglia. Scienza o politica?” (1968)
  • “Il mito del femminile” (1976)
  • “Sulla famiglia” (1977)
  • ”L’uno e l’altro. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico” (1977)
  • “Ruolo materno e identità personale. A proposito di movimento delle donne e psicoanalisi” (1978)
  • “Verso la fine dell’Edipo?” (1979)
  • ”Oltre il confine della persona” (1979)
  • ”La dialettica dell’inconscio” (1980)
  • “L’equivoco del nutrimento” (1981)
  • ”Al di là del tabù dell’incesto. Psicoanalisi e conoscenza” (1982)
  • “Jung oltre Freud” (1982)
  • “Eva e Sofia” (1982)
  • “Ludwig Wittgenstein e la rivoluzione epistemologica” (1983)
  • “Ludwig Wittgenstein: il lunguaggio come fondamento del sociale” (1983)
  • “La vita è conoscenza. Funzione etica e strutturante del culturale nel processo traformativo della persona” (1984)
  • “La felicità come rapporto con l’universale” (1984)
  • ”Il primo dirsi dell’essere nella parola: i miti cosmo-antropogonici. Le diverse visioni della coscienza antinomica” (1984)
  • ”Psicoanalisi e dialettica del reale” (1984)
  • ”C.G. Jung: un pensiero in divenire” (1985)
  • ”Il sistema uomo. Catastrofe e rinnovamento” (1985)
  • “L’anima e l’ombra” (1986)
  • ”Essere nell’essere” (1986) di Silvia Montefoschi con la partecipazione di Adriano Alloisio, Franco Colombo, Ada Cortese, Francesco E. Pennisi.
  • ”La coscienza dell’uomo e il destino dell’universo” (1986) di Silvia Montefoschi con la partecipazione di Franco Colombo, Carlo Bottello e Ada Cortese
  • ”Il principio cosmico o del tabù dell’incesto. Storia della preistoria del verbo” (1987) di Silvia Montefoschi con la partecipazione del “Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi” di Genova
  • ”Il vivente” (1988)
  • ”La glorificazione del vivente nell’intersoggettività tra l’uno e l’altro” [Opera poetico-filosofica con 23 disegni dell'autrice] (1995)
  • ”L’essere vero - Testimonianza di Silvia Montefoschi” (1996) [contiene i seguenti scritti: "La rivoluzione radicale del reale", "Storia dell'ultimo brano della storia universale: la psicoanalisi", "Scherzo in attesa della fine del mondo - 1. Preludio 2. Scherzo 3. Finale", "Il duetto dell'Uno"]
  • ”Il regno del figlio dell’uomo” (1997)
  • ”Dall’uno all’Uno oltre l’universo” (1997) di Silvia Montefoschi con la partecipazione di Massimo Marasco e Nicolò Repetto
  • ”La storia vera dell’amore ovvero la vera storia di Dio - Come fu che dio divenne l’uomo e l’uomo divenne dio” [Opera in due atti- Soggetto e sceneggiatura di Silvia Montefoschi, musica di Giuseppe Lo Forte] (1998)
  • ”Il bacio di dio” (2000)
  • ”Lucifero dinamica divina” (2000)
  • ”Così oggi dio si racconta” (2001)
  • ”Il breviario dell'amore” (2002) di Silvia Montefoschi e Massimo Marasco
  • ”L’avvento del regno specificamente umano. Visione sistematica degli stati di coscienza umana nell’attuale momento storico traversato dall’ultima mutazione” (2004)
  • ”La storia di colui che è narrata in coloro che sono” (2005) di Silvia Montefoschi e Massimo Marasco
  • ”Oltre l’Omega” (2006) di Silvia Montefoschi e Massimo Marasco
  • ”L’ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno. Escursione nella filosofia del XX secolo” (2006) di Silvia Montefoschi con la partecipazione di Vilma Sarbia e Nicolò Repetto


Le opere complete di Silvia Montefoschi sono in corso di ristampa presso Zephyro Edizioni:

  • ” Opere 1 - Il senso della psicoanalisi. Da Freud a Jung e oltre” (2004)
  • ” Opere 2* - L’evoluzione della coscienza. Dal sistema uomo al sistema cosmico” (2006)
  • ” Opere 2** - L’evoluzione della coscienza. Dal sistema uomo al sistema cosmico” (2008)
  • ” Opere 3 - Il tabù dell’incesto e la storia dell’universo”
  • ” Opere 4 - Il femminile, la coniunctio e il Vivente”


Ulteriori note bibliografiche:

Volendo usare un criterio di periodizzazione bibliografico parallelo alla biografia dell’autrice possiamo così suddividere la copiosa bibliografia:

La via della psicoanalisi quale continuazione della via della religione:

  1. Le poesie del 1952 scritte a Napoli dove frequentava i corsi di genetica del professor Montalenti noto biologo di chiara fede materialista ed evoluzionsta. Diversamente l’autrice fu condotta agli studi di medicina e biologia proprio da una esperienza mistica avuta nel corso del suo perseguire la via della religione fin dall’infanzia.
  2. L’esperienza: gli scritti relativi al periodo in cui l’autrice è impegnata nella quotidiana prassi psicoanalitica fino al 1977.
  3. La teoria: l’elaborazione del Pensiero Uno. Comprende gli scritti a partire da “L’uno e l’altro. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico” (1977) fino a “Il principio cosmico” (1987)

Il compimento della via di conoscenza psicoanalitica e la nascita del “Pensiero Uno”.

  1. Comprende il testo “Il Vivente - Testimonianza di Silvia Montefoschi” (1988)

L’attesa della nascita di Dio quale ultimo e unico essere vivente:

  1. Comprende tutti gli “scritti dell’attesa”. Dopo sette anni di silenzio il Pensiero Uno riprendere a dire di sè ma questa volta nel linguaggio poetico, narrativo e teatrale. Gli scritti dal 1995 fino al 1998 più altri scritti poetici degli anni seguenti
  2. Le opere di saggistica del 2004-2006. L’ultimissima opera
    ”L’ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno. Escursione nella filosofia del XX secolo” (2006) è infine un lavoro sulla storia del Pensiero Uno a partire dalla sua grande crisi costituito dal “dopo Hegel” (1831, data della morte di Hegel ) fino al superamento definitivo di questa crisi (1988, data di pubblicaziione di “Il Vivente”).
    Questo testo insieme a ”Psicoanalisi e dialettica del reale” (1984), dove tratta anche altri autori quì non presenti del panorama filosofico del “dopo Hegel” e della “crisi del pensiero uno” che lo contraddistingue, delineano complessivamente una storia della filosofia contemporanea a partire dalla megasintesi filosofica di Hegel (1770-1831) fino ai nostri giorni, coerente con la prospettiva del Pensiero Uno.

PENSIERO UNO

- una corrente filosofica contemporanea -

Scritti di altri autori variamente collegati a quella che sembra divenire sempre più una delle più promettenti correnti filosofiche contemporanee: Pensiero Uno cioè pensiero forte, ontologico, relativamente recente in ordine di tempo ma antichissima per quanto riguarda la sua gestazione, nel quale si realizza quanto ebbe a dire Martin Heidegger: non è più l’uomo a dire dell’essere ma è l’essere stesso in prima persona che attraverso l’uomo dice di sè.

Pensiero che tuttavia trova la sua fondazione quale sua più coerente e conseguente formulazione proprio negli esiti della ricerca della psicoanalista di formazione junghiana Silvia Montefoschi e da coloro, gruppi, ricercatori e allievi che a questa ricerca hanno partecipato e continuano a partecipare come fosse un’unica mente, rendendo questa ipotesi di lavoro scaturita all’inizio dalla prassi psicoanalitica ma apertasi a tutti i campi dello scibile, sempre più solida.

  • ”Ti amo - Dalla dialettica al dialogo”, di Grazia Apisa Gloria [Il testo riguarda il passaggio dalla dialettica all'intersoggettività] (1994)
  • ”Alle soglie dell’infinito ovvero l’ultimo pensarsi del pensiero”, di Mario Mencarini e Giorgia Moretti [Il testo contiene una esposizione dei principali contributi teorici di Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Silvia Montefoschi, colti come momenti processuali di un unico grande discorso] (1995)
  • ”Il tabù dell’incesto nella teoria di Silvia Montefoschi”, di Simona Tinelli (2000)
  • “Dialogo d’amore. L’odissea del pensiero”, di Elio Carletti (2002)
  • “Oltre il sadomasochismo”, di Massimo Marasco (2002)
  • ”L’eco della voce del pensiero, ovvero il dirsi dell’Essere nel dire dell’Uomo”, di Lorenzo Solimè [con la presentazione di Silvia Montefoschi], (2006)
  • ”Psicopatia e pensiero del cuore. Analisi di un concetto chiave di comprensione del nostro tempo”, di Baldo Lami [Il testo contiene un confronto sul tema della violenza tra i due più grandi rappresentanti "eretici" della psicoanalisi contemporanea, James Hillman e Silvia Montefoschi], (2006)
  • ”Al di là del bene e del male: la logica unitaria. Dialogando con Silvia Montefoschi”, di Fabrizio Raggi (2008)
  • ”Nell’Attimo Eterno - L’Amore che non morirà”, di Grazia Apisa Gloria - Febbraio 2008 - Il libro fa parte della raccolta intitolata ”Il Dialogante”. L’unico Dialogante è l’Amore, qui colto nella relazione tra l’Autrice e Silvia Montefoschi.

Pensiero Uno

- nella narrativa, nella poesia e nel teatro -

Il Pensiero Uno si è espresso anche nel campo della poesia. Ne fanno testimonanza le raccolte di poesie di Grazia Apisa Gloria psicoanalista di formazione freudiana approdata al “Pensiero Uno”:

  • “Scacco matto alla ragione” (1994)
  • “Luce bianca nel sentiero” (1994)
  • “Nella città della luce e del sogno” (2008)
  • Alcune delle poesie in rete

E anche quelle di Orsolina Grillo:

  • “Parlami d’amore” (1997)
  • “Mi hai preso per mano” (2000)
  • Alcune delle poesie in rete

Per quanto riguarda la narrativa la nuova visione del mondo che chiamiamo “Pensiero Uno” ha trovato espressione in:

  • “Il linguaggio dei sogni - La nuova logica del reale” (1994) che contiene 35 brevi racconti sempre di Grazia Apisa Gloria.

Oltre ai racconti:

  • “Stelle d’Igea - Favole senza fine” (1994)

sempre della stessa autrice.

Continuando con la narrativa, di Giampietro Gnesotto filosofo e psicoanalista è presente in rete un racconto vincitore del premio letterario “Le Caravelle” 1995:

  • “Il tarlo di Giuseppe” (1995)

La stessa Silvia Montefoschi autrice principalmente di saggistica, nel 1996 pubblica un racconto alquanto chiarificatore sullo scenario dell’ultima fase evolutiva apertasi con la nascita infine del “Pensiero Uno” alla piena coscienza di sè:

  • “La rivoluzione radicale del reale” (1996)

Segnaliamo anche il romanzo di fantascienza di Massimo Marasco:

  • “L’annuncio. Il mito del popolo nuovo” (2003)

Di Giovanna Apostoli poetessa oltre che psicoanalista è invece un romanzo il cui protagonista principale è Giovanni il Teologo:

  • “Memoriale dell’ultimo angelo - da un incontro con Giovanni Evangelista” (2008)

Per quanto attiene invece l’arte del teatro, il 1998 è l’anno di pubblicazione del primo lavoro teatrale di Silvia Montefoschi.

  • ”La storia vera dell’amore ovvero la vera storia di Dio - Come fu che dio divenne l’uomo e l’uomo divenne dio” [Opera in due atti- Soggetto e sceneggiatura di Silvia Montefoschi, musica di Giuseppe Lo Forte] (1998)

Messo in scena sempre nello stesso anno a Milano, vide la partecipazione tra gli attori anche della stessa psicoanalista che impersonava sè stessa.

La decana della psicoanalisi italiana si è cimentata ancora nell’anno 2000 con una nuova opera teatrale:

  • “Lucifero dinamica divina”.

Sono tanti comunque coloro che hanno partecipato dal 1977 ad oggi all’elaborazione del “pensiero Uno”. Alcuni scritti non sono mai stati pubblicati ma circolano e forse ancora sono reperibili presso le varie associazioni e gruppi facenti parte di quell’area gravitante attorno all’idea di “Pensiero Uno”. A titolo di esempio segnialiamo uno scritto molto significativo dello psicoanalista Alberto Lorenzini

  • “Oltre l’egoriferimento” (1980). Una raccolta molto suggestiva dei sogni dei propri pazienti uniti a formare il discorso coerente e profondo dell’inconscio quale critica dell’egoriferimento.

Di lì a poco il discorso dell’inconscio si farà ancor più radicale denunciando l’antroporiferimento come vera radice dell’egoriferimento.

La via oltre l’uni-verso sarà così tracciata.

Intersoggettività

- un concetto cardine del Pensiero Uno -


“In principio era la relazione” (Martin Buber “Ich und Du”, Io e tu”,1923)

Relazione e Libertà

“Se cerco di cogliere sul piano esperienziale il fenomeno intersoggettivo che io assumo come parametro, strumento e finalità del mio interagire col paziente, devo dire che esso si rivela a me come la feli­ce condizione dell’esistere con l’altro senza bisogni.
Se però analizzo questa condizione mi accorgo che essa si fonda sul soddisfacimento di due bisogni che le sono essenziali; quello che l’altro ci sia, in quanto è grazie all’esserci dell’altro che io mi mani­festo come esistente e mi riconosco, e quello che io ci sia in libertà, poiché mi riconosco solo se sono libera di dirmi e di darmi così come, di volta in volta, l’esistere dell’altro mi rivela a me stessa.
In questa felice condizione, quindi, non percepisco altri bisogni se non quelli della presenza dell’altro e della mia libertà. Non sono forse questi i requisiti dell’esistere dell’uomo come soggetto?”

(”L’uno e l’altro. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico”, 1977, di Silvia Montefoschi)

Silvia Montefoschi comunque non è l’unico autore dove il concetto di intersoggettività acquista in maniera così esplicita una così grande rilevanza. Questo termine di “intersoggettività” ad esempio dà nome negli Stati Uniti ad una vera e propria scuola di psicoanalisi comunemente detta “Psicoanalisi Intersoggettiva” appunto dove Robert Stolorow e Jessica Benjamin psicoanalisti rispettivamente di Los Angeles e di New York figurano tra i suoi maggiori esponenti.

Una analisi delle affinità tra le ricerche della scuola psicoanalitica statunitense e il nuovo pensiero venutosi a creare in Europa attorno alle ricerche psicoanalitiche-filosofiche di Jung-Montefoschi vengono svolte nella presentazione alle opere complete di Silvia Montefoschi da Paolo Cozzaglio psicoanalista del Centro di Psicologia Evolutiva Intersoggettiva (sito web: www.cepei.it)

Già la psicoanalista-femminista Jessica Benjamin rivendica solo alla sua elaborazione il termine di “Psicoanalisi intersoggettiva” ritenendo gli altri esponenti americani di questa corrente più correttamente essere ancora espressione della originaria “Psicoanalisi Interpersonale”. Malgrado questa presa di distanza della Benjamin risulta evidente ai conoscitori delle disavventure dello junghismo in europa come il concetto di intersoggettività acquista in definitiva solo nelle opere di Silvia Montefoschi in maniera evidente una accezione di scelta radicale che non si ritrova negli scritti meramente tecnico-psicoterapeutici della scuola americana.

La prospettiva indicata dal lavoro psicoanalitico-filosofico di Silvia Montefoschi pertanto e in maniera più chiara riducendo la confusione in proposito, viene così ad essere meglio rappresentata con il termine di “Pensiero Uno” piuttosto che con quello di “Intersoggettività”.

Un’altra realtà associativa è GEA (Gruppi Evolutivi Autocentrati) anch’essi sorti da un’ispirazione teorica legata alla lettura dialettica del pensiero di Jung presente nei lavori di Silvia Montefoschi.

Sono presenti in rete a questo indirizzo: www.geagea.com e pubblicano la rivista online “Individuazione”.

Ada Cortese psicoanalista e sociologa iniziatrice di questi gruppi è stata parte del gruppo originario formatosi a Genova attorno a Silvia Montefoschi a partire dal 1986 dove è maturata la “grande svolta” che pose fine alla storia della psicoanalisi dando nascita al “Pensiero Uno”.

Il Pensiero Uno oltre la Psicoanalisi

Pensiero Uno

Il gruppo si chiamava “Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi” e si sciolse definitivamente nel 1989. Gli psicoanalisti e filosofi Mario Mencarini e Giorgia Moretti anch’essi facenti parte del “Laboratorio” ne hanno fatto una precisa cronistoria nel loro libro dedicato alla storia del pensiero psicoanalitico da Sigmund Freud (1895) fino a Silvia Montefoschi (1988): “Alle soglie dell’infinito - l’ultimo pensarsi del pensiero”. L’intero documento è presente on-line: www.mariomencarini.it

Il “Laboratorio” ebbe anche una sua casa editrice il cui marchio recava significativamente il motto giovanneo “In principio era il Verbo”.

Ho voluto apposta scegliere come titolo generale dell’insieme dei miei siti/blog il nome “Laboratorio Ricerche Evolutive” da non confondersi con il gruppo di psicoanalisti del vero e proprio “Laboratorio di Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi” di Genova, proprio per rimarcare la mia incondizionata adesione alla “grande svolta” che tale associazione insieme alla stessa Silvia Montefoschi ha impresso al pensiero psicoanalitico aprendolo alla dimensione universale e alla metafora espressa dal linguaggio scientifico, dopo che la psicoanalisi dalla dimensione personale e individuale, fin da Jung varcava la soglia dello studio psicoanalitico divenuto con il tempo claustrofobico per aprirsi alla dimensione storica, collettiva e sociale. Così già varcata anche la soglia che dallo storico-sociale conduce oltre lo stesso uni-verso nasce il “Pensiero Uno”.

Ho voluto così ribadire la mia adesione alla prospettiva del Pensiero Uno dato che il fatto di avere come punto di riferimento il pensiero psicoanalitico-filosofico di Silvia Montefoschi non implica necessariamente che se ne condividano anche il punto di arrivo coerente e conseguente della logica di quel pensiero cioè proprio “il Pensiero Uno oltre la Psicoanalisi”, così proprio per sottolineare ancor più questa impostazione, come il “Centro di psicologia evolutiva intersoggettiva” nella propria home page ha voluto per un’immediata chiarezza mettere tra gli “autori di riferimento”: Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Silvia Montefoschi e Teilhard de Chardin ; mentre i “Gruppi Evolutivi Autocentrati”: Hegel, Freud, Jung e Montefoschi; personalmente, in quanto autore di questo sito web, aggiungo un autore per me fondamentale in quanto espressione del livello di riflessione che chiamiamo “Soggetto Riflessivo Super-Individuale II” e che è il confine massimo a cui il “Soggetto Riflessivo Individuale” può tendere e infine giungere nella sua evoluzione. Andare oltre risulta ancora proibitivo perfino per il SRSI II ma costituisce comunque la piattaforma di partenza per il passaggio dal Soggetto Riflessivo Individuale al vero e proprio Soggetto Super-Riflessivo: Giovanni il Teologo, Hegel, Freud, Jung, Montefoschi. Del resto a illustrare queste figure della storia del pensiero vi ho dedicato dei siti web specifici in ordine cronologico:

Sempre per gli argomenti in questa pagina già da noi trattati, informativamente complementari possono risultare anche le schede monografiche su autori e opere elaborate in una prospettiva più psicoanalitica dai Gruppi Evolutivi Autocentrati nella loro rivista online “Individuazione.

Molte altre realtà associative sono presenti in rete che se non fanno direttamente riferimento al “Pensiero Uno” come punto di arrivo di un percorso di ricerca, fanno comunque riferimento a quel percorso stesso che iniziato con la psicoanalisi di Sigmund Freud si è evoluto nella psicoanalisi evolutiva, dialettica e relazionale di Jung fino ad esplicitare i suoi fondamenti relazionali ed epistemologici intersoggettivi in quella psicoanalisi intersoggettiva che è l’anteprima per il manifestarsi del Pensiero Uno finalmente alla piena consapevolezza di sè.

Tra queste realtà associative presenti in rete ancora segnaliamo l’associazione “Fare Anima” online con il sito web ‘”Osservatorio Psicoanalitico” che recentemente ha prodotto un libro:

  • ”Psicopatia e pensiero del cuore. Analisi di un concetto chiave di comprensione del nostro tempo”, di Baldo Lami

dove si mettono a confronto il pensiero di quella che è il massimo esponente del “Pensiero Uno” a livello mondiale cioè Silvia Montefoschi e lo psicoanalista junghiano ugualmente tra i più noti a livello mondiale cioè l’americano James Hilmann, analizzandone affinità e diversità.

Per finire possiamo aggiungere che molti altri di cui non si conoscono nemmeno i nomi lavorano in questa direzione e forse, senza sminuire le avanguardie visibili questi rivoluzionari invisibili sono proprio quelli che in maniera impercettible più alleviano per tutti il cammino trasformativo. Del resto non importa a quanto ammonti il numero di coloro che hanno dismesso o stiano per farlo, la loro vecchia identità ancora individuale: che siano 144 mila o più verosimilmente 144 milioni (considerando l’attuale popolazione mondiale aumentata esponenzialmente rispetto a quella di 2000 anni fa), sappiamo infatti che per costruire qulla leva capace di dissolvere la forza universale detta forza di gravità, come intuì lo scienziato-filosofo e ingegnere Archimede di Siracusa sono più che sufficienti due soli “operai” purchè sappiano il fatto loro. In due infatti nel loro operare “step by step” rappresenterebbero da soli comunque l’Intero cioè l’essere tutto nella sua integrità ed essere così in grado con pazienza e costanza ”mattone dopo mattone” “bullone dopo bullone” di sollevare le parti cioè il mondo, quel mondo che poi è la loro storia quale storia della frammentazione dell’essere e del successivo suo recupero oltre l’omega della sua interità quale sua vera identità. Allora i due termini del principio dialogico si ritroveranno in un nuovo scenario: nel punto momento del presente infinito senza più il peso gravitazionale del passato e senza più l’alienazione del futuro.

Così verranno infine catapultati dalla più profonda dialettica della natura, altra dalla dialettica della storia e della coscienza, oltre lo spazio-tempo che è ciò che sostanzia la dimensione materiale dell’essere: la sua orizzontalità.

Ritrovandosi così oltre la stessa materia si invereranno le parole dell’Apocalisse giovannea:

“E le cose di prima sono passate” (Giovanni il Teologo)

nel loro senso estremo e radicale

“E le cose di prima non sono mai state” (Silvia Montefoschi).

Benchè queste ultime riflessioni sull’ipotesi archimedea mi siano state suggerite da una precedente riflessione sull’amore e la leva archimedea della teologa Thérèse Martin (Teresa di Lisieux “Manoscritti autobiografici 1895-1897″), riflessioni simili si possono ritrovare anche nel pensiero evoluzionista di Bernard Enginger più conosciuto come Satprem , allorchè parla della “Grande Leva”.

Altri articoli presenti in rete e riconducibili a questo filone di ricerca sul Pensiero Uno e l’intersoggettività:

Dizionario dei termini, delle tematiche, delle scuole di pensiero e dei personaggi e opere letterarie trattate negli scritti di Silvia Montefoschi e dei ricercatori espressione del Pensiero Uno:

Storia del Pensiero Uno

(1831-1988)

In particolare in quella che è al momento l’ultimissima opera, vale a dire ”L’ultimo tratto di percorso del Pensiero Uno. Escursione nella filosofia del XX secolo” (2006) come abbiamo più sopra detto è un lavoro sulla storia del Pensiero Uno a partire dalla sua grande crisi costituito dal “dopo Hegel” (1831, data della morte di Hegel ) fino al superamento definitivo di questa crisi (1988, data di pubblicazione di “Il Vivente”).

Questo testo insieme a ”Psicoanalisi e dialettica del reale” (1984), dove tratta anche altri autori quì non presenti delineano complessivamente una storia della filosofia contemporanea a partire dalla megasintesi filosofica di Hegel (1770-1831) fino ai nostri giorni, coerente con la prospettiva del Pensiero Uno.

Questi sono gli autori e le scuole di pensiero prese in considerazione nel delineare il percorso di movimento del Pensiero Uno per uscire dalla sua crisi verso la consapevolezza di sè come unico essere vivente.


La Critica Radicale del Soggetto Riflessivo Individuale

Questo invece è il titolo complessivo che ho deciso di dare all’insieme di tutti i miei articoli:”La Critica Radicale del Soggetto RIflessivo Individuale“.

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  1. Superare il concretismo
  2. Fine della materia o scomparsa della materia?


A conclusione di questa pagina web l’autore ci tiene a dedicarla in un’ideale continuità che però non è soltanto ideale ma reale:

“Dal Pianeta Terra alle sette comunità giovannee dell’Asia Minore e a tutti i suoi esponenti anch’essi tutt’ora viventi sebbene in altri pianeti dell’uni-verso quali iniziatori, duemila anni fa, dell’ultimo movimento che porta a compimento la storia della preistoria del Verbo:”